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Il problema mantovano

Tuesday, August 16th, 2016

Gli incarichi di insegnamento di religione a scuola che non sono già coperti da insegnanti di ruolo e quelli di supplenza vengono assegnati direttamente dal Direttore dell’Ufficio Diocesano per la Scuola e l’Educazione.
I criteri di scelta non sono pubblicamente noti, ma è chiaro come questo sistema si presti molto facilmente a distorsioni clientelari, favoritismi, raccomandazioni e ritorsioni.

Non è un caso che molti degli insegnanti in servizio a tempo determinato delle scuole mantovane siano ancora iscritti alla scuola di scienze religiose per conseguirne il titolo*, come vengano scelti rimane un mistero non esistendo una graduatoria di riferimento.

Il risultato è che in cattedra gli studenti quindi non si ritrovano il miglior insegnante disponibile, bensì quello preferito da chi sceglie.

Il come si faccia ad essere preferiti viene lasciato all’immaginazione. Chi frequenta le “stanze dei bottoni” non è nuovo a scene di suppliche, preghiere, regali di (r)ingraziamento, telefonate di raccomandazioni, ecc…

 

Chi è responsabile?

Giusta o meno, la normativa nazionale lascia molta libertà alle diocesi: molte hanno deciso di istituire una graduatoria pubblica e trasparente da cui attingere gli insegnanti precari, valutando i titoli e altri fattori.
A Mantova invece c’è una persona sola al comando e le sue decisioni possono fare la differenza, oltre che sulla qualità dell’insegnamento, anche tra il poter contare o meno su uno stipendio (pubblico) per vivere. Ciò è molto grave.

Chi potrebbe intervenire?

L’ultimo vescovo non è riuscito o non ha voluto affrontare questo problema, contiamo sulla buona volontà del suo successore.

Una volta che questo problema diventerà di dominio pubblico non lo si potrà più ignorare.

Cosa si potrebbe fare?
Una soluzione sarebbe quella di imitare altre diocesi italiane e spostare il potere di scelta dalle persone, che possono sbagliare, alle regole, le quali sarebbero imparziali.

Sarebbe sufficiente?
No, però sarebbe un inizio e potrebbe cancellare qualche ingiustizia.
La normativa in sè sarebbe da rivedere, anche alla luce della diminuzione degli studenti che seguono le lezioni di religione con la conseguenza assurda di classi con un insegnante e 2/3 alunni.

Perchè questo blog è anonimo?
Perché le persone che scrivono non possono esporsi pubblicamente.

La normativa nazionale

Tuesday, August 16th, 2016

L’insegnamento della religione cattolica nel nostro stato è un insegnamento concordatario, per cui le procedure per la scelta degli insegnanti sono differenti dalle altre materie.

Dall’Accordo di Villa Madama e successive modifiche, punto 5, lettera a), del protocollo addizionale:

In relazione all’articolo 9

a) l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole indicate al n. 2 è impartito – in conformità alla dottrina della Chiesa e nel rispetto della libertà di coscienza degli alunni – da insegnanti che siano riconosciuti idonei dall’autorità ecclesiastica, nominati, d’intesa con essa, dall’autorità scolastica

Dal Codice di Diritto Canonico:

Can. 804

§1. All’autorità della Chiesa è sottoposta l’istruzione e l’educazione religiosa cattolica che viene impartita in
qualunque scuola; … spetta al Vescovo diocesano … vigilare su di essa.
§2. L’Ordinario del luogo si dia premura che coloro, i quali sono deputati come insegnanti della religione nelle
scuole, anche non cattoliche, siano eccellenti per retta dottrina, per testimonianza di vita cristiana e per abilità pedagogica.
Can. 805
È diritto dell’Ordinario del luogo per la propria diocesi di nominare o di approvare gli insegnanti di religione, e parimenti, se lo richiedano motivi di religione o di costumi, di rimuoverli oppure di esigere che siano rimossi.

Nella pratica per insegnare religione è necessaria almeno una raccomandazione del parroco.

Dal 2017 solamente i laureati in scienze religiose avranno la possibilità di insegnare religione nelle scuole italiane, anche se ci sono ovviamente delle deroghe per chi ha già insegnato per almeno 3 anni.

La scelta sulla copertura dei posti non già assegnati agli insegnanti di ruolo e delle supplenze spetta quindi alle singole diocesi, alcune delle quali si sono organizzate con graduatorie trasparenti.

Questo non è il caso di Mantova.